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Cose (quasi) mai viste: il Tar sospende la nomina del giudice Castelli a Brescia

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Il Tar del Lazio sospende in via cautelare la nomina di Claudio Castelli a presidente della Corte d’Appello di Brescia. Il vice capo dei gip di Milano era stato investito del nuovo incarico alla fine di febbraio dal plenum del Csm a maggioranza. Tutti soddisfatti, sembrava: Castelli, che veniva ripagato della sconfitta nella corsa per la presidenza del Tribunale meneghino (vinta da Roberto Bichi, uomo di Area) e Md che accontentava uno dei suoi leader con un posto di prestigio e metteva un’ipoteca, nella logica delle spartizioni di corrente, sul prossimo procuratore capo (Francesco Greco, negli auspici).

Invece qualcuno si è messo in testa di rovinare i piani della corrente più amata dalle toghe. Nelle settimane scorse, a quanto apprende Giustiziami, uno degli sconfitti da Castelli, il presidente della prima sezione d’Appello di Brescia, Enrico Fischetti, ha presentato ricorso al Tar. E, fatto definito dagli addetti ai lavori “molto inusuale”, è stato il presidente del Tar in persona (e non un collegio, come accade di solito) a firmare un provvedimento di sospensiva cautelare per Castelli. Di rado accade anche che un neo presidente venga tirato giù dalla sedia sulla quale lo ha assiso il Csm. Perché? Non conosciamo le ragioni del ricorso di Fischetti ma immaginiamo che il magistrato abbia evidenziato la mancanza di funzioni in appello nel curriculum di Castelli. E, più in generale, il fatto che, nonostante non mai abbia rivestito incarichi direttivi, il Csm lo abbia premiato con un ruolo di punta. Il 6 aprile il Tar si pronuncerà sulla richiesta di sospensiva. (manuela d’alessandro)


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